Piccola Idea A.S.D. - WING TSUN - KungFu

:: WING TSUN - Intervista a Sifu Gianluca Cesana

D: ci puoi parlare del percorso che ti ha portato al Wing Tsun?
R: praticavo e insegnavo già da diversi anni, un altro stile di kung fu (un kung fu vietnamita) con il tempo mi resi conto, che non era esattamente ciò che stavo cercando.
Un giorno del 1989, lessi su una rivista specializzata di arti marziali, della possibilità di partecipare, a un seminario a La Spezia.
Osservando e praticando il Wing Tsun, i concetti che più mi affascinarono furono senza dubbio la cedevolezza, i movimenti e la frase ”vuotare la tazza”.
Fu così, che lasciai l'insegnamento dello stile di kung fu di cui ero già cintura nera e mi dedicai al Wing Tsun. 


D: quali furono i maestri e gli insegnamenti che più ti colpirono e perché?
R: quelli che mi hanno fatto più male con i pugni?!? In tanti avevano i pugni duri...
In realtà sono una persona abbastanza razionale, difficilmente gli aspetti più plateali mi impressionano. Fondamentalmente sono stato colpito dal meccanismo del sistema in sé.
Diciamo che mi hanno colpito tutti i maestri con cui sono stato a contatto che mi hanno trasmesso qualcosa.
Ma l'essere colpito, a volte, per molte persone, dipende direttamente, anche dalla propaganda creata per promuovere un certo stile o maestro.


D: cosa vorresti trasmettere agli allievi?
R: Penso che le arti marziali non servano per arrecare danno al prossimo, devono invece essere mezzi di autoanalisi, autosviluppo.
Gli strumenti - ovvero la forma, gli esercizi, le tecniche - dovrebbero essere usati nell'ottica di raggiungere una migliore consapevolezza di sé.
Detta in questi termini può apparire un ragionamento misticheggiante, ma, in realtà, è un concetto molto pratico, poiché ti permette di confrontarti con i tuoi limiti, a maggior ragione nel Wing Tsun.
Nel Wing Tsun infatti, per poter progredire, devi riuscire a superare molti freni presenti in tutti noi, riuscire quindi, a superare limiti autoimposti dalla nostra mente, tramite la consapevolezza e la saggezza del corpo.
Le arti marziali non si riducono, al solo aspetto di colpire e picchiare, questo aspetto è in ultima analisi inutile, secondo questa visione, infatti, per ottenere il medesimo scopo, in maniera anche più efficace, potrei insegnare alle persone a sparare per uccidere, ma, cosa potresti mai imparare su te stesso e sugli altri da una simile lezione? Cerco di trasmettere l'idea, secondo cui, ciò che fai è basato su te stesso.
Purtroppo, spesso, il Wing Tsun è rimasto vittima, di una pubblicità, che ne esalta le qualità, per il solo fine della difesa personale e del combattimento.
L'efficacia dello stile, è stata usata come uno specchio, che copre tutti gli altri aspetti e ne offusca le qualità, ma molto altro rimane invece da studiare e praticare.
Bisogna insegnare tutti gli aspetti del Wing Tsun.